martedì 16 febbraio 2016


il manifesto | INTERNAZIONALE  2012.10.12 



di CLAUDIO TOGNONATO 


DIRITTI UMANI
Forse in Italia i figli dei desaparecidos

Appello del governo argentino Alcuni ragazzi adottati o venduti durante la dittatura potrebbero risiedere nel nostro Paese


Il governo argentino ha lanciato una campagna per il ritrovamento di figli di desaparecidos in Italia. Alcuni ragazzi dati in adozione o venduti durante la dittatura potrebbero oggi risiedere nel nostro Paese. «Sei argentino e hai dei dubbi sulla tua identità? Conosci un giovane argentino che possa avere dubbi sulla sua identità? Contatta il Consolato argentino più vicino a casa tua o l'ambasciata argentina in Italia, sezione diritti umani» (dirittiumani@ambasciatargentina.it oppure telefona al 06.48073300). 

I militari argentini, durante il passato regime (1976-1983) sequestravano, torturavano, uccidevano e facevano sparire le persone, i desaparecidos, ma anche si appropriavano del bottino di guerra: i figli. La violenza di Stato non conosceva limiti. Se una presunta sovversiva era incinta era mantenuta in vita finché partoriva. Poi gli si sottraeva il bimbo, che veniva dato in adozione o venduto con documenti falsi ad altri militari o complici. La madre era uccisa o gettata viva in mare. Desaparecida.

La loro atrocità è arrivata perfino a torturare bambini per far parlare i genitori. Gli autori di queste violenze, alcuni 
sotto processo o condannati, non si sono mai pentiti. Le loro azioni erano guidati da uno spirito «caritatevole». Volevano salvare i ragazzi, annullare la loro origine ed inventare una falsa identità per redimirli dal peccato. La madre riceveva una "morte cristiana" così la chiamavano i preti che collaboravano con i militari al potere. 

Le Abuelas di Plaza de Mayo calcolano che almeno 500 bambini sono stati vittime di 
queste pratiche. La tenace azione delle Nonne, le associazioni di diritti umani e dal 2003, il governo Kirchner, che ha fatto di queste vicende una ragione di Stato, sono riusciti a ritrovare 107 nipoti. L'ultimo è stato annunciato proprio martedì in una conferenza stampa a Buenos Aires. È il caso di Maria de las Mercedes, che aveva partorito mentre era incatenata in un campo di concentramento, poi ha perso ogni traccia della sua bimba che ora è una ragazza di 34 anni, sconvolta, che ha chiesto un po' di tempo per incontrare alla sua vera mamma. 

Tra qualche giorno, il 22 ottobre, le Abuelas compiranno 35 anni di ricerca dei loro nipoti. I militari non hanno mai rivelato il destino finale dei desaparecidos né mai cooperato con i familiari per il ritrovamento dei bambini. 
Questi figli che mancano sono molto probabilmente ignari di quella violenza di cui sono vittime inconsapevoli. Altri, che hanno recuperato la loro identità, raccontano di averlo sempre sospettato e che un giorno si sono avvicinati a quelle donne anziane per poi ripartire con una loro seconda vita. 

La campagna lanciata in Italia è diretta a ragazzi tra i 32 e i 36 anni circa. La scelta di cercare anche nel nostro Paese è motivata da fondati sospetti, mantenuti strettamente riservati, di giovani che hanno dubbi sulla propria identità. Sono stati già spediti alcuni campioni di sangue alla Banca di dati Genetici argentina, che raccoglie le mappe genetiche di tutte le famiglie che hanno bambini ancora desaparecidos.
 


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