Partorire nel centro di
maternità clandestino dell’ESMA
“Una delle più grandi
immagini d’orrore e di maggiore crudeltà che un individuo può ideare e
compiere: il pianto dei neonati mescolato alle grida di tortura”.
Nilda Noemí Glorietta, Informe Nunca Más: Comisión Nacional sobre la Desaparición de
Personas (CONADEP)
A metà del 1977, durante la dittatura civico-militare argentina, presso l’ESMA
era operativo un centro di maternità clandestino chiamato dai militari “la
piccola Sardà”. Lì era stata adibita la “stanza delle donne incinte”: quattro
letti che erano usati in modo rotatorio e un tavolo grande su cui partorivano
le donne in gravidanza, detenute all’ESMA e anche altre donne che erano state portate
da altri centri clandestini di detenzione.
Dopo due o tre giorni i neonati venivano strappati alle mamme con la
promessa di dare il/la bimbo/a ai propri familiari. In realtà questo non
avveniva, i bambini venivano dati in adozione con documenti falsi o consegnati
ai militari o ai complici. Ancora oggi di quei bambini circa 400 continuano ad
essere desaparecidos.
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