domenica 28 settembre 2014

Partorire nel centro di maternità clandestino dell’ESMA

Partorire nel centro di maternità clandestino dell’ESMA

“Una delle più grandi immagini d’orrore e di maggiore crudeltà che un individuo può ideare e compiere: il pianto dei neonati mescolato alle grida di tortura”.
Nilda Noemí Glorietta, Informe Nunca Más: Comisión Nacional sobre la Desaparición de Personas (CONADEP)

A metà del 1977, durante la dittatura civico-militare argentina, presso l’ESMA era operativo un centro di maternità clandestino chiamato dai militari “la piccola Sardà”. Lì era stata adibita la “stanza delle donne incinte”: quattro letti che erano usati in modo rotatorio e un tavolo grande su cui partorivano le donne in gravidanza, detenute all’ESMA e anche altre donne che erano state portate da altri centri clandestini di detenzione.
Dopo due o tre giorni i neonati venivano strappati alle mamme con la promessa di dare il/la bimbo/a ai propri familiari. In realtà questo non avveniva, i bambini venivano dati in adozione con documenti falsi o consegnati ai militari o ai complici. Ancora oggi di quei bambini circa 400 continuano ad essere desaparecidos.

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